venerdì 13 settembre 2013

Vi siete mai lavati con una zucchina?

Dal titolo sembra una cosa soft porno, in realtà sto parlando della Luffa!

"La Luffa appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e annovera meno di una decina di specie, di cui una di particolare interesse, la Luffa cylindrica (o Luffa aegyptica), che è utilizzata soprattutto a scopo alimentare e per altri usi commerciali che vedremo.
Il nome Luffa ci ricorda la parola Louff in uso tra gli arabi per indicare questa pianta, e che ne denuncia le origini.

La Luffa cylindrica è una grande pianta erbacea annuale, rampicante per mezzo di cirri, i cui fusti raggiungono anche i 5 metri di lunghezza, che produce frutti appartenenti al tipo dei peponidi, allungati e cilindrici (da cui il nome) suddivisi internamente in tre logge longitudinali che racchiudono i semi.
Va seminata verso la fine di marzo e la sua coltura richiede molta acqua, con irrigazioni frequenti e abbondanti. Con la maturazione, la polpa del frutto si modifica e, da morbida e commestibile allo stadio giovanile, diventa all'interno fibrosa e spugnosa, e le sue fibre divengono coriacee ed elastiche.
Il frutto è pendente e, arrivato a maturazione dei semi contenuti all'interno delle tre logge, si apre alla sommità tramite una sorta di opercolo che li lascia progressivamente sfuggire all'esterno, operando così la diffusione della specie. I frutti sono commestibili solo allo stadio giovanile, quando sono ancora immaturi e ricordano le nostre zucchine, anche se inferiori come gusto e qualità organolettiche, e vengono consumati dopo cottura nelle minestre o dopo frittura; in quest'ultimo modo vengono consumati anche i fiori maschili, che ovviamente non producono frutto, proprio come noi europei facciamo con i fiori di zucca, solo che questi vengono colti prima che sboccino.
A scopo alimentare sono utilizzate anche le foglie, oltre ai boccioli fiorali e ai fiori maschili, e i giovani frutticini. Il frutto, nel corso del suo accrescimento, diviene non commestibile anche per l'accumulo di sostanze amare e purganti, oltre che per la lignificazione delle fibre. A scopi officinali il lattice, ottenuto incidendo o tagliando il fusto, è utilizzato per la preparazione di saponi e cosmetici, mentre a scopi medicinali vengono utilizzati sia le foglie, sia i frutti.
Frutti di Luffa essiccati: Se i frutti vengono lasciati sulla pianta senza coglierli, si avviano verso la loro naturale maturazione, diventando duri e fibrosi e la loro polpa diventa immangiabile: è a questo stadio che subentra l'uso della Luffa in campo cosmetico; infatti, è ora possibile utilizzare lo stroma interno, ormai ridotto ad una rete di fibre elastiche, allontanando, attraverso macerazione nell'acqua, gli ultimi eventuali residui della parte polposa, la buccia e i semi. Per la pelatura della Luffa si procede al distacco della parte più esterna del frutto, l'epicarpo, una volta che esso sia completamente essiccato, rendendo così più facile l'operazione, poiché in questo stadio esso aderisce con meno tenacità al reticolo sottostante. Diverse nervature ricoprono il frutto longitudinalmente partendo dal picciolo, alla base del quale vi è un nodo abbastanza resistente: quando il frutto è ben maturo viene bagnato e lo strappo del nodo e delle sue nervature porta alla rapida pelatura del frutto stesso, similmente a quanto avviene per le banane. Oggi esistono macchinari che effettuano meccanicamente questa operazione. Il frutto, privato dell'epicarpo, dei residui di polpa ormai essiccati e dei semi, si presenta come un reticolo spugnoso di fibre, soffici ma resistenti, molto leggere, di forma cilindrica e di grosse dimensioni, anche 50-60 cm. di lunghezza e con un diametro fino a 20 cm, ma con un peso di soli 30-50 grammi, quando è secco e privo anche dei semi, che sono neri e numerosi, circa 500. A questo punto avviene la cernita del prodotto, che viene poi confezionato in vari modi per i diversi usi. Grazie alle caratteristiche fisiche e meccaniche delle fibre del frutto maturo, la Luffa è stata sempre tradizionalmente utilizzata per la produzione di "spugne vegetali", naturali, ipoallergeniche e biodegradabili, ottima alternativa alle spugne sintetiche, utili per l'igiene personale, soprattutto per la loro azione levigante della pelle. Infatti il massaggio effettuato con la Luffa bagnata e insaponata, durante la doccia o il bagno, produce un vero e proprio "peeling", che allontana le cellule morte superficiali, con un effetto esfoliante che facilita il ricambio cellulare, rendendo la pelle molto più morbida e liscia, in modo più delicato rispetto al tradizionale guanto di crine; oltretutto la Luffa si sciacqua facilmente e poiché non trattiene sapone e asciuga rapidamente, non ammuffisce come fanno a volte certe spazzole e spugne di altri materiali, quindi dura moltissimo tempo ed è più igienica. La sua azione può essere sfruttata anche per evitare la formazione di quegli antiestetici accumuli cheratinici conseguenti all'uso della ceretta depilatoria, conseguenza della ricrescita sottopelle dei peli dentro i pori (peli incarniti). In questo caso è conveniente applicare sulla pelle un olio emolliente, ad esempio olio di Mandorle, o una crema grassa come il Burro di Karité, e lasciar ammorbidire per alcune ore, quindi effettuare un massaggio circolare sulla zona da trattare con la Luffa sempre bagnata e insaponata: la pelle perderà quell'orribile aspetto di "pelle d'oca" e tornerà di nuovo liscia e gradevole. Oppure si può effettuare un massaggio delicato, con movimenti circolari sulla pelle asciutta, con la Luffa ugualmente asciutta, per riattivare la circolazione sanguigna, oppure per fare uno "scrub" più profondo, soprattutto sui gomiti e sui talloni. Anche le zone soggette a cellulite si avvantaggeranno del massaggio quotidiano effettuato con la Luffa, poiché essa facilita l'assorbimento di eventuali creme anticellulite, migliorando contemporaneamente la circolazione del sangue, contrastando così in modo attivo una delle cause della cellulite stessa, cioè la cattiva circolazione."

Sono venuta a conoscenza di questa spugna, grazie ad un amico del paese in cui abito che le coltiva e le vende, ne ho presa una e me ne sono innamorata! Per info e per acquistarla potete contattare direttamente Antonino al suo indirizzo di posta: zelten@hotmail.it
Il ricavato dalla vendita delle spugne vegetali, verrà devoluto per la creazione del Museo della memoria e del territorio di Siculiana (AG).
Se vi può interessare anche la causa (oltre alla luffa!), vi invito a dare un'occhiata alla pagina dell'associazione che se ne occupa Alt Siculiana , dove troverete anche la pagina web.

Vi lascio anche il link delle immagini !

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